Presse/critiques
Spectacles:
Le cirque sans toit
Il circo senza tetto
-https://www.kilowattfestival.it/en/contenuto/il-circo-senza-tetto-prova-aperta-il-21-aprile/
-https://www.festivalsegnali.com/index.php/it/il-circo-senza-tetto
-Arezzo notizie:
https://www.arezzonotizie.it/eventi/teatro/circo-senza-tetto-sansepolcro.html
L'armoire à la rue
L'armadio per strada
Kermesse
-Link article sur "Kermesse"​
http://www.paperstreet.it/per-tornare-a-risplendere-dopo-il-dolore/
Risplendere dopo il dolore KERMESSE
Le Umane Scintille di teatro dell'Ex Lavanderia
11 LUGLIO 2018 — TEATRO / LETTURE —
"...La rassegna è stata pensata per intercettare un pubblico più trasversale possibile, ecco perché, fra le varie proposte, sono sfilate la comicità surreale del Nano Egidio (qui la nostra recensione di Contro il male di vivere spesso incontrato), il teatro ragazzi di Kermesse di Pierre Jacquemin, l’impegno civile dello straziante Palmina, amara terra mia di Teatro Prisma e la riflessione di stampo esistenziale de I mancati giorni di Gianluca Riggi, che sono gli spettacoli a cui abbiamo potuto assistere da vicino.
In questo spazio gravido di una storia sofferta va in scena Kermesse, scritto e interpretato da Pierre Jacquemin e ispirato al film Giorno di festa di Jacques Tati, regista, sceneggiatore, attore e mimo francese, nonché maestro del genere slapstick paragonato a Chaplin e Keaton, che attraverso il linguaggio della comicità aveva saputo portare sul grande schermo i tic e le inquietudini della società francese degli anni ’50 che si stava preparando a vivere ritmi sempre più frenetici.
Lo spettacolo, come il film, descrive la meraviglia e la trepidante attesa che può suscitare una festa in una piccola città rurale, l’immaginaria Follainville, chiamata a partecipare ai preparativi. Jacquemin trasporta così l’incanto della kermesse all’interno di una valigia da dove apparirà una piccola giostra animata da un teatro di figure e si cimenta nei panni del tonto e maldestro postino François, che dopo aver visto un documentario sulle poste americane ne rimane talmente affascinato da voler importare il “mito dell’America”, preso di mira da Tati con una certa ironia, e il valore della velocità in una città abituata a ben altro stile di vita; una velocità che sembra andare a discapito delle relazioni umane, tema più che mai attuale oggi. E’ un tempo sospeso e onirico però quello in cui prendono vita le gag esilaranti di François, attraverso un linguaggio del corpo che si rifà al mimo e al teatro di strada, lasciando agli spettatori la possibilità di immaginare il villaggio e i suoi abitanti. Ancora sotto forma di studio, a nostro avviso, Kermesse è un buon punto di partenza per il giovane attore e regista belga per affinare ancora di più quella comicità sottile che prende forma, come lo slapstick, più da un dato visivo che dalle parole, e che però sottende una beffarda critica alla società.